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La fase due è già cominciata.
Da lunedì 27 le aziende delle filiere dell’export – dalla moda alla produzione di mobili, dall’automotive alla nautica fino a laminati, plastiche e gomma – così come quelle impegnate nei cantieri per lavori nell’edilizia scolastica, ospedaliera, carceraria e pubblica-residenziale, sono autorizzate a riprendere l’attività.
Lo stesso vale per tutte le imprese che vogliano mettere in atto fin d’ora quei lavori “propedeutici” in vista della riapertura ufficiale del 4 maggio, quando tireranno su la saracinesca tutte le aziende del manifatturiero, delle costruzioni, dei servizi e il commercio all’ingrosso.
Il Governo ha calcolato che saranno richiamati al lavoro 4,5 milioni di dipendenti.
Di questi una parte continuerà però in smart working mentre è stato stimato che circa 700mila useranno i mezzi pubblici per recarsi al lavoro.
Restano invece ancora fermi al palo gran parte degli eserecenti.
Il lockdown per il commercio al dettaglio (esclusi quanti già oggi possono restare aperti come gli esercizi per la vendita di generi alimentari, le edicole, le farmacie, ecc.) si concluderà il 17 maggio.
Non prima.
Anzi va tenuto presente che qualora avvenisse una ripresa dei contagi in una certa area specifica, il lockdown potrebbe addirittura allungarsi.
Per parrucchieri, centri estetici così come per bar e ristoranti se ne riparla in ogni caso il 1° giugno, anche se dal 4 maggio sarà consentito l’asporto di cibi e bevande come già avviene per altro in Emilia Romagna e in Veneto.
I Governatori, in particolare quelli del Nord , spingono sull’acceleratore.
Tant’è che sempre il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha già dato il via libera alla ripresa di attività come le passeggiate e le corse distanti dall’abitazione e agli spostamenti all’interno della Regione che invece il Dpcm autorizza solo dalla prossima settimana.
Anche altre Regioni “minacciano” di procedere autonomamente.
Colpa probabilmente delle aspettative alimentate nelle ultime settimane in vista della fine della fase 1 e dalla delusione emersa dopo la conferenza stampa di domenica sera del premier Giuseppe Conte per illustrare il Dpcm.
Il timore di una ripresa dei contagi, tutt’altro che improbabile e i moniti manifestati in più occasioni dai virologi, hanno suggerito al Governo la linea della prudenza, cercando di contenere il più possibile gli spostamenti e i contatti.
Unica eccezione a questa linea del rigore le riaperture anticipate già a questa settimana per i settori dell’export e dal 4 maggio di gran parte dell’industria, delle costruzioni e dell’edilizia.
Anche perché, come ha sottolineato Vittorio Colao, a capo della task force per la fase2, la riapertura delle industrie non coinvolge direttamente i centri urbani e anche il trasporto avviene per lo più con mezzi privati.
Di qui la decisione del Governo di interpretare estensivamente il vecchio Decreto del 10 aprile (articolo 2 comma 7) laddove prevede per le aziende che operano in settori “strategici” di poter tornare in attività comunicandolo alla prefettura territorialmente competente.
Il Governo ha infatti interpretato estensivamente il termine “strategico” ritenendo che in questa categoria rientrino anche tutte le aziende che a causa del prolungamento del lockdown potrebbero perdere quote di mercato.
Una correzione di rotta che oltre ad aumentare lo spettro delle “deroghe” offre una interpretazione univoca evitando che perfino all’interno della stessa Regione ci siano valutazioni differenti da una prefettura all’altra.
LE PRIME RIAPERTURE Le filiere dell’export Da lunedì 27 aprile ritorno in produzione delle aziende legate all’export e quindi dalla filiera della moda all’automotive fino al mtallurgia e gomma. Aperti i cantieri per lavori contro il dissesto idrogeologico, per l’edilizia sanitaria, scolastica, popolare e carceraria
AL VIA IL 4 MAGGIO Al lavoro in 4,5 milioni Sono 4,5 milioni i dipendenti che torneranno al lavoro il 4 maggio, quando ripartiranno le altre imprese dal manifatturiero alle costruzioni fino ai servizi e al commercio all’ingrosso. In caso di risalita di contagi per 4-5 giorni potranno scattare misure restrittive
NEGOZI IL 18 MAGGIO Orari differenziati La Fase 2 rinvia la riapertura dei negozi. Il commercio al dettaglio infatti ripartirà il 18 maggio. Con l’obiettivo di evitare che ci siano orari di punta si prevedono aperture e chiusure diverse fra le varie attività. Sempre stessa data in calendario per la riapertura dei musei
IL 1° GIUGNO ULTIMO STEP Parrucchieri e ristoranti I parrucchieri, i centri estetici dovranno attendere il 1 giugno per riaprire. Così come bar e ristoranti. Anche se questi ultimi potranno vendere cibo da asporto già dal 4 maggio e per ripartire in sicurezza garantiranno tra l’altro distanze tra i tavoli e sanificazione