Automatismi minimi e molte variabili che incideranno sul successo del piano.
Il pacchetto per la liquidità alle imprese, nel progredire delle bozze del decreto, ha incamerato elementi che potrebbero complicare il cammino verso il credito garantito.
La premessa è che i 400 miliardi annunciati dal governo non sono uno stanziamento di risorse, ma la stima (massima) di prestiti che secondo l’esecutivo nel periodo di validità delle nuove norme, cioè fino al termine del 2020, potranno essere attivati dal sistema bancario sfruttando le garanzie statali. Il grosso delle coperture finanziarie, invece, sarà inserito solo nel prossimo Dl di metà aprile.
Il 100% per pochi
Contrariamente alle attese, e nonostante le aperture della Commissione Ue, l’Italia sfrutta in modo molto parziale la possibilità di garanzie statali al 100%, questo anche per evitare un sistema troppo poco discrezionale con risorse date senza filtro, a pioggia.
Il 100% si applicherà solo ai mini-prestiti fino a 25mila euro, per microimprese e partite Iva, concessi senza alcuna valutazione bancaria o del Fondo.
Per il resto, si avrà al massimo un sistema misto (90% Stato+10% Confidi privati) e con tetti rigidi.
Infatti, in questo caso, l’azienda deve avere un fatturato massimo di 3,2 milioni e può ottenere un finanziamento «non superiore al valore minore» tra il 25% dei ricavi e l’importo di 800mila euro.
In pratica, sotto i 3,2 milioni di ricavi, il prestito scende proporzionalmente sotto gli 800mila euro.
Le procedure
Oltre a sperare in un rapido processo di notifica e di autorizzazione da parte della Ue, per tutte le misure, quelle che riguardano la Sace come quelle del Fondo di garanzia, bisognerà tener conto di passaggi procedurali e in alcuni casi di valutazioni sul quadro economico dell’azienda.
Per le garanzie Sace per le grandi imprese, bisogna presentare domanda alla banca; in caso di disco verde della delibera di erogazione l’istituto di credito trasmette richiesta di garanzia alla Sace che, verificato l’esito, emette un codice unico identificativo del finanziamento e della garanzia.
Si prevede poi che con un decreto attuativo del ministero dell’Economia (Mef) possano essere disciplinate ulteriori modalità attuative e operative, ed eventuali requisiti integrativi.
Inoltre, per i prestiti di taglia superiore, quelli per imprese con fatturato oltre 5 miliardi, o comunque per importi superiori a 375 milioni, occorrerà anche un apposito decreto Mef, sentito lo Sviluppo economico, che valuti il carattere strategico dell’azienda candidata.
Il capitolo che riguarda le garanzie finalizzate all’export fa invece riferimento alla necessità di stipulare una Convenzione decennale tra il Mef e la Sace, da approvare con delibera del Cipe, e a un nuovo Comitato per il sostegno finanziario all’export del Mef (solo in extremis Di Maio è riuscito a farlo integrare con un rappresentante della Farnesina) che dovrà deliberare il piano annuale delle attività dal 2021.
Tassi e rimborsi
Il tasso di interesse massimo non è specificato per tutte le tipologie di garanzie previste.
Per i prestiti garantiti dalla Sace si fa riferimento a commissioni annuali crescenti (si veda la tabella accanto).
Per quanto riguarda il Fondo di garanzia, il «cap» sul tasso di interesse è fissato solo per i prestiti fino a 25mila euro, con una formula più complessa e basata su Rendistato più 0,5%.
Ai tassi più recenti, si tratta di un valore che oscilla tra 1,2% e 1,9%, comunque più del «quasi zero» che era stato ipotizzato inizialmente.
La durata per il rimborso delle rate, preammortamento a parte, è fissata in sei anni per tutte le tipologie di prestiti garantiti salvo che per quelli coperti dal Fondo con la formula 90% Stato+10% Confidi.
In questo caso sarà decisiva la notifica della misura alla Commissione Ue: i ministeri sperano di spuntare ancora l’allungamento almeno a 10 anni.
Le novità del Fondo Pmi
L’altro canale della liquidità, oltre a Sace, è il Fondo di garanzia aperto ora anche alle imprese fino a 499 dipendenti con importo massimo garantito di 5 milioni.
La garanzia è concessa anche a beneficiari con «inadempienze probabili» o «scadute o sconfinanti deteriorate» purché questa classificazione non sia precedente il 31 gennaio 2020. Accesso possibile anche alle imprese che, dopo il 31 dicembre 2019, sono state ammesse alla procedura di concordato con continuità aziendale, che hanno stipulato accordi di ristrutturazione o un piano attestato di risanamento.
Ok alla possibilità di accedere alla garanzia anche in attesa della documentazione antimafia.
Si prevede inoltre una parziale retroattività per operazioni già erogate, comunque dopo il 31 gennaio 2020.
Garanzie sui portafogli
Fino al 31 dicembre 2020, per i portafogli di finanziamenti, anche senza piano d’ammortamento, costituiti per almeno il 20% da imprese aventi un rating non superiore alla classe BB Standard&Poor’s, l’ammontare massimo è innalzato a 500 milioni di euro, con garanzia a copertura di una quota fino al 90% della tranche junior.
Il nodo della notifica e del via libera della Ue | Il pacchetto sulle garanzie statali È legato all’autorizzazione della Commissione europea che, comunque, dopo aver pubblicato il Temporary framework, dovrebbe risolvere la pratica in tempi abbastazna rapidi |
Un decreto Mef può prevedere altri requisiti | Serve ok per i maxi prestiti Un decreto attuativo del ministero dell’Economia (Mef) potrebbe prevedere ulteriori modalità attuative e operative, ed eventuali requisiti integrativi. Per i prestiti alle imprese con fatturato oltre 5 miliardi serve un decreto Mef ad hoc |
Resta valutazione generale stop a quella andamentale | Le differenze Per i prestiti fino a 25mila euro nessuna valutazione. Per gli altri scompare la valutazione sull’andamento degli ultimi mesi, ma resta quella generale sul profilo economico finanziario dell’azienda |
Non c’è un tetto per tutte le tipologie di garanzie | Il «cap» Il tasso di interesse massimo non è specificato per tutte le tipologie di garanzie previste, ma viene indicato solo per i prestiti garantiti dalla Sace e per quelli fino a 25mila euro |
Sei anni, ma in un caso si dialoga ancora con la Ue | Il tetto sulle garanzie Stato-Confidi Il rimborso delle rate, preammortamento a parte, è fissato in sei anni per tutti i tipi di prestiti garantiti salvo che per quelli coperti dal Fondo con la formula 90% Stato+10% Confidi. In questo caso decisiva la notifica della misura alla Ue |
Il 100% vero solo fino a 25mila euro d’importo | Cambiamento di rotta Contrariamente alle attese, e nonostante le aperture della Commissione Ue, l’Italia sfrutta in modo molto parziale la possibilità di garanzie statali al 100%, che si applicheranno solo ai mini-prestiti fino a 25mila euro |